IL PRESIDENTE DI OMEOIMPRESE SCRIVE ALLA COMMISSIONE DI VIGILANZA DELLA RAI PER UNA CORRETTA INFORMAZIONE SULL’OMEOPATIA
L’omeopatia non è una pratica “alternativa”, perchè non esiste una medicina che sia diversa da quella ufficiale. I nostri farmaci sono tali perchè regolamentati dalle leggi dello Stato. Alternativo è ciò che sta al difuori dello Stato e non all’interno. Occorre fare chiarezza e anche il servizio pubblico ha questo dovere. Pubblichiamo la lettera che il presidente Giovanni Gorga ha inviato alla Commissione di Vigilanza della RAI:
“Illustre Presidente,
Onorevoli Componenti la Commissione di Vigilanza RAI,
mi rivolgo a Voi per denunciare, mio malgrado, una grave distorsione della realtà -che a mio avviso il Servizio Pubblico non può e non deve, in virtù dell’essenza stessa del Servizio Pubblico- ulteriormente sostenere e tollerare.
Quale Presidente di Omeoimprese rappresento le aziende produttrici di farmaci omeopatici in Italia, circa 4 mila posti di lavoro e milioni di cittadini che la utilizzano (così certifica l’Istat nell’ultima indagine oltre a numerosi sondaggi di istituti di ricerca privati). Mi duole constatare che sul tema della disciplina omeopatica anche la Tv Pubblica insista nel farsi portavoce di posizioni parziali, pregiudiziali ed imprecise con il risultato, esattamente contrario ai principi di una corretta informazione che dovrebbe invece perseguire, di divulgare informazioni errate e fuorvianti.
Anche recentemente, nel corso di trasmissioni andate in onda in prima serata sulla rete ammiraglia della Rai e in altre reti, quando si affronta il tema della Medicina Omeopatica si persiste nell’affermare (ospiti e conduttori) che la disciplina omeopatica sia una “pratica alternativa” accomunandola a pratiche che nulla hanno a che vedere con la Medicina in generale.
Ritengo che il servizio pubblico debba assolutamente impedire, per il futuro, che ciò accada nuovamente in quanto tale affermazione non corrispondente a verità.
La Medicina Omeopatica non può essere definita “pratica alternativa” alla stregua di altre pratiche che indubbiamente rientrano in tale definizione, poiché inserita in un quadro legislativo ben definito e strutturato, il che significa che è regolamentata da Leggi dello Stato. Alternativo è ciò che sta al difuori dello Stato e non all’interno!
La Conferenza Stato-Regioni nel 2012 ha emanato un Accordo in fase di recepimento da parte delle Regioni italiane, il quale prevede l’accreditamento delle Società ed Enti deputati alla formazione dei medici in “Medicina Omeopatica” e l’obbligo (sottolineo obbligo a norma di Legge) per gli Ordini dei Medici di aprire appositi registri per l’iscrizione degli stessi medici.
A ciò va aggiunto che in virtù del Decreto Legislativo 219/2006 il Medicinale Omeopatico è definito “Farmaco” e come tale la Legge 23 dicembre 2014, all’art. 1 comma 590, definisce l’iter e le modalità per la registrazione dello stesso presso la competente Agenzia del Farmaco.
Per tali ragioni, è assolutamente improprio definire l’omeopatia una “pratica alternativa”, bensì deve considerarsi una disciplina integrata o complementare anche se tutto ciò non è gradito da parte di alcuni detrattori della stessa.
A seguito di quanto sopra esposto, auspico, che la RAI possa porre in atto per il futuro azioni concrete utili a non confondere il cittadino/utente con informazioni errate, e dare invece maggiore voce a chi ha competenza in materia garantendo, inoltre, il corretto contraddittorio. Restando a disposizione per eventuali chiarimenti, Vi giunga il più cordiale saluto”.
Cav. Dott. Giovanni Gorga